Susan

Dear Susan,

If you could ask for help from daigo I would be grateful! Similarly, if any reader is available to help me with the translation (of course not free) please contact me.

Thanks in advance.

EPILOGO

"Qfwfq!" disse la prima voce senza suono "cosa faremo di loro? Sono solo terrestri".

"Hanno violato la nostra dimora e potrebbero raccontarlo, Kgwgk" rispose la seconda voce senza suono "dobbiamo essere molto prudenti, il tempo è vicino. Il ritorno di Pfwfp sarebbe in pericolo e non possiamo permetterlo, ci lavoriamo ormai da troppi Kha".

"Sai cosa devi fare" concluse.

Nel buio, l'altro annuì senza movimento.

OOO

"Ok, Brad, non preoccuparti" esclamò Matt "tu pensa a bloccare Rax, io ho Manta giusto al centro del mio mirino".

"A dopo" concluse, chiudendo la comunicazione.

Mentre aumentava la velocità per raggiungere la piccola macchia viola che nitidamente si stagliava nel cielo plumbeo, richiamò alla mente le informazioni che al mattino aveva ascoltato dalla voce familiare del computer: quando, circa un mese prima, un satellite statunitense aveva fotografato un'area remota della giungla amazonica dell'Ecuador e l'immagine aveva rivelato quello che sembrava essere un antico complesso di piramidi disposte in maniera simmetrica, si era inizialmente pensato a un errore.

Subito, però, erano state raccolte numerose testimonianze di fenomeni singolari verificatisi alle squadre di esploratori che si erano avventurati alla ricerca della misteriosa formazione rocciosa: una strana nebbia improvvisa, anomalie gravitazionali e black-out elettromagnetici, insieme al terrore che da sempre le popolazioni locali nutrivano verso quell'area isolata, avevano spinto molti a fantasticare su cosa potesse mai celarsi in quell'angolo remoto e quasi inaccessibile di selva primordiale.

C'era chi - ricordò con un sorrisetto - come al solito chiamava in causa antichi dominatori extraterrestri, chi pensava di trovarsi davanti a una delle leggendarie città perdute dei giganti, ben note nelle leggende ecuadoriane…lui, invece, non appena aveva saputo dai suoi informatori locali che diversi mezzi di Veleno erano stati avvistati sorvolare la zona, immediatamente aveva capito che si trattava solo di avidità umana e smania di potere e che non c'era nulla di soprannaturale nei loschi traffici di Miles Mayhem.

Mettere insieme una squadra e partire al più presto era stato facile, il difficile - vale a dire scoprire cosa ci facesse il suo nemico in quel posto selvaggio e cosa avessero a che fare con lui le misteriose anomalie segnalate - veniva adesso.

Potevano star certi, però, che se c'era Veleno di mezzo sicuramente il prossimo passo sarebbe stato sventare un ennesimo improbabile complotto per conquistare il mondo…

Accelerò ancora, ormai la Nissan di Vanessa Warfield era a poche centinaia di metri da lui e il pilota pareva non essersi accorto di essere inseguito da Thunderhawk.

"M.A.S.K.!" esclamò Matt a quel punto facendo così scendere dall'alto il casco, consapevole che dell'agente di Veleno non c'era assolutamente da fidarsi.

Infatti, con una manovra repentina, Manta scese di quota e andò a posizionarsi alle spalle della Camaro aprendo subito il fuoco.

Poi, d'un tratto, improvvisamente come aveva iniziato, Vanessa smise si sparare.

Rimase così, immobile a mezz'aria, congelata nel fugace bagliore di un ricordo che non riusciva a raggiungere, per un tempo che le parve infinito.

Il respiro improvvisamente affannoso, si morse le labbra, scosse la testa e, senza una parola, virò bruscamente e si allontanò a tutta velocità.

Matt, la mano sui comandi laser, la Nissan viola esattamente davanti a lui, sapeva che per colpire Manta avrebbe dovuto fare fuoco subito perché tra pochi istanti sarebbe stata troppo lontana e non lui invece doveva lasciarsela scappare.

Eppure, a sua volta esitò.

C'era qualcosa che lo bloccava e che non riusciva a capire, che gli offuscava la vista facendogli battere d'improvviso il cuore più di quanto un semplice inseguimento aereo richiedesse.

Per la prima volta in vita sua non era in grado di essere del tutto lucido.

Qualcosa…ma cosa?

Con le invisibili dita della memoria frugò nella sua mente nel vano tentativo di capire, per una frazione di secondo gli parve di poter sfiorare un preciso ricordo… però niente, il buio era totale.

Si riscosse, deglutì e premette il pulsante.

Ma ormai era troppo tardi.

FINE

Note&credits: e così è finita… tirando le fila di questo racconto, devo dire che - al di là del risultato - sono felice di essere riuscita a mettere nero su bianco una fantasia che mi girava in mente da tanti anni; confesso che, in verità, il finale che avevo immaginato all'epoca era molto più romantico, se vogliamo più tradizionale, con i nostri due che alla fine - dopo svariati ripensamenti, tormenti e tradimenti - si godevano il loro meritato happy end.

Non so, forse avrei dovuto concluderla così, ma - non so perché- non mi andava… ho preferito lasciare ancora la cosa un po' in sospeso e magari riprenderla più in là, ispirazione e vita reale permettendo.

Sono grata a chi ha avuto la pazienza di accompagnarmi in questo che dire sfigafandom è un eufemismo, lungo un viaggio che ha il sapore dolceamaro del ricordo.

Dimenticavo, i due nomi alieni sono un omaggio ai personaggi delle Cosmicomiche del grande Italo Calvino.

Alla prossima.